Maltempo, disagi, politica. Chi li causa?

Giuseppina Bonaviri e il Comitato scientifico Rete la Fenice

La situazione è, ci verrebbe da dire come sempre, estremamente critica. Non sono ormai più sufficienti le allerte che ci arrivano da governo o protezione civile.
Tra piogge, vento, bufere, frane, esondazioni, allagamenti a pagarne le spese sono sempre loro: i cittadini. Al centro del dibattito nelle piazze e tra i giovani si parla di svolta climatica, che è il problema cardine dell’attuale condizione atmosferica ma poi la delusione della COP 25di Madrid è evidente, nessun passo avanti. Il cambiamento climatico in atmosfera risulta imposto dalla presenza massiccia di CO2 deriva dagli eccessivi processi di combustione in atto e anche dalle variazioni termiche presenti nelle grandi correnti oceaniche che governano l’aumento della temperatura globale del pianeta. Non da meno entra in gioco il malgoverno del Paese che ha rottamato le buone pratiche e fatto degli entroterra il colabrodo italiano.
Parlare di monitoraggio e di dissesto idrogeologico ha poco rilievo se rimangono inevase le ricadute ecologiche. La provincia frusinate ne è un “buon” esempio sottoposta ai rilevanti rischi di dissesto idrogeologico e sismico, per le frane naturali dovute alle caratteristiche litologiche del nostro territorio, senza manutenzione ne sorveglianza dei fiumi dei letti , con cementificazioni inadeguate per numero estremo e nei posti più inadeguati ma che ovviamente sono necessarie alla politica che vive solo di logiche clientelari abiurando il bene comune.
Insistiamo col precisare che la proposta della Rete La Fenice , che prevede un monitoraggio a distanza , volontaria e a costo zero rimane una garanzia di risanamento smart. Il nostro progetto R.E.M pensato come progetto pilota per il controllo fluviale contro le discariche abusive nel Sacco a partire dal comune di Ceccano è da considerarsi un modello prototipale riproducibile che può essere esportato su molti siti ed ambiti territoriali. E mentre i politici locali rimangono solo a guardare nel silenzio più assordante la Ciociaria, diventata terra di nessuno sprofonda, risucchiata sempre più nelle voragini della terra.

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