Covid-19: non avere paura. Per la creazione di “Psychological emergency units Covid-19”

Giuseppina Bonaviri
Medico psichiatra, PhD Neuroscienze sperimentali e cliniche
Delegata Nazionale PD

La nostra attuale proposta passa dall’attivazione urgente di ”Psychological emergency units covid-19”. Ecco allora che, ritenendo fondamentale la creazione di una unità di emergenza sul disagio psicologico che l’attuale patologia infettiva sta creando in mezzo alle persone, abbiamo chiesto già da stamattina, ad alcuni rappresentanti locali e nazionali del PD di sostenere questa nostra iniziativa almeno nella parte di costruzione iniziale; al momento non ci sono state risposte positive ma riceviamo un loro plauso gaudioso per “l’ invito” rivoltogli. Considerato che queste ore per i nostri decisori appaiono convulse e caotiche continueremo a fare le dovute verifiche per ottenere almeno da parte di coloro che praticano una buona politica sostenendo la best practice, un riscontro a partire proprio dalla nostra Provincia.
Nelle grafiche dell’OMS si legge che in questa circostanza è “normale sentirsi tristi, confusi e spaventati e che alcuni semplici rimedi possono aiutarci: parlare con le persone di cui ci fidiamo, cercare informazioni solo su fonti attendibili (Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, OMS), non consultare in modo ossessivo i social o i canali che presentano scenari catastrofici” aggiungendo che è “ bene mantenere uno stile di vita sano (non fumare, non bere), anche dovendo stare a casa e continuare a sentire gli amici e la famiglia per telefono o per mail”.
Sarà fondamentale, dunque, identificare in termini epidemiologici quella parte di popolazione maggiormente a rischio ( tra cui bambini, anziani, donne incinte, pazienti cosiddetti fragili, soggetti in carico presso strutture psichiatriche, detenuti, immigrati, clochard) che sta diventando un nucleo duro per programmare- sia a livello centrale che locale- le attuali linee di efficientamento delle politiche pubbliche sanitarie e sociali che serviranno a ribaltare le condizione ritenute di rischio psicologico a partire proprio dallo stato di panico, dall’ansia libera e dalla tanto sottovalutata paura generalizzata considerate misure urgenti al contrasto.Ciò in quanto si favorirà nell’immediato il rallentamento e l’avanzamento verso verosimili e secondarie fasi di severità psicopatologica della cittadinanza più minacciata.
Basterebbe già solo contattare telefonicamente i Servizi di Continuità assistenziale più vicini a casa propria (qualora se ne fossero già attivati dalle nostre parti) e seguire le indicazioni di uno staff medico-psicologico specializzato che possa fornire supporto telefonico, media briefing e se necessario incontri finalizzati domiciliari. In un momento di emergenza globale, incerti scenari, repentini cambiamenti di abitudini di vita, inevitabilmente si presenta lo stress e la confusione, l’inquietudine, l’agitazione psicomotoria, l’angoscia e la paura di morte. Il modo per arginare tutto questo c’è come suggerisce l’OMS: pochi gesti, qualche piccolo consiglio mirato come rassicurare, dare spiegazioni e soprattutto essere in grado di porsi all’ascolto accogliendo l’altro al bisogno.
infine, un grazie va rivolto a tutto il personale medico, paramedico e sanitario che in queste settimane sta lavorando con grande professionalità e abnegazione, incessantemente e con enorme generosità a favore di tutte le nostre comunità.

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