Covid-19: i giovani medici, le borse di specializzazione e il nuovo decreto “Cura Italia”

Giuseppina Bonaviri
Medico psichiatra, PhD in Neuroscienze sperimentali e cliniche, Brand Owner AREA VASTA SMART. Delegata nazionale Pd.

Una manovra da 25 miliardi di euro quella varata lunedì scorso dal Consiglio dei Ministri. Per chi come noi medici e ricercatori, da anni chiamati a dare il meglio sempre in condizioni avverse, questa appare una manovra che mette in evidenza una falla: il mancato stanziamento per finanziare le 5000 nuove borse di specialità. Una lacuna che in un momento come questo dell’emergenza epidemiologica covid-19 avrebbe potuto colmare l’investimento sulle sfide del futuro e non solo il cosiddetto “imbuto formativo” che oramai da anni blocca migliaia di giovani medici che vengono incautamente esclusi dalla formazione specialistica e di eccellenza italiana.

Sono circa 9000 i giovani medici laureati e abilitati che nel 2019 sono risultati “non vincitori” di borse di specializzazione e che di conseguenza non potranno al momento ottenere il titolo post-laurea che viene invece riconosciuto come dato di fatto fondamentale dalla Federazione degli Ordini dei medici e degli odontoiatri per poter accedere alle branche di lavoro specialistico e per fare carriera accademica. Purtroppo una mancanza di connessione logica, questa ,che in Italia va avanti da anni e che in tempi di emergenza appare proprio nella sua piena sgradevolezza ed incongruità tanto che in queste ore ci si vede obbligati a far rientrare nei posti di servizio medici in pensione. La formazione specialistica dei medici neo-laureati entra a gamba tesa nella nostra società perché da essa dipende la qualità della salute futura di tutti noi. Ed ecco che così facendo si perdono miglia di medici , forse i migliori cervelli, che intraprendono ogni anno all’estero la specializzazione, spesso poi obbligati a fermarsi anche a lavorare lì considerando le mille reali difficoltà esistenti nella nostra Nazione!

Sembravano quasi messi sul piatto della bilancia economica dal governo125 milioni di euro -pari a 5000 borse in più per gli anni 2020 e 2021- e 130 milioni -pari a 5200 borse in più per il 2022, 2023 e 2024- uno stanziamento che alla fine è invece completamente sparito.
Ci sembra obbligo, ora, impegnarsi per sostenere questa riforma e affinchè le rappresentanze politiche regionali e locali come le associazioni di settore e la Federazione dell’Ordine dei medici possano finalmente decidere insieme per andare ad incidere su scelte innovative qualificate e cambi di passo. Noi crediamo, e per questo ci impegniamo da anni, che ci sia ancora tempo per poter chiedere un cambio di paradigma alla classe dirigente italiana. Lo dimostra e ce lo conferma, l’annullamento per i nuovi e giovani medici, degli esami di abilitazione avvenuto proprio in queste ore.

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