Donne separate, diritti negati

Donne costrette a districarsi tra figli, lavoro e mariti che non pagano gli alimenti, donne che vogliono organizzarsi e fare fronte comune per difendersi da ex che non adempiono ai doveri e da leggi che non le tutelano. L’incontro è stato richiesto da un gruppo di donne separate a Giuseppina Bonaviri Candidata regionale IdV. Sollecitata da alcune amiche, la Bonaviri le ha incontrate presso la Casa di Cristallo, sede attuale del suo comitato elettorale. Ciascuna ha raccontato la sua storia per affermare con forza il diritto a essere rispettate.

Figli da seguire, lavoro che va e viene e poi la lotta quotidiana per affermare i diritti garantiti da una sentenza di separazione.

Anno dopo anno le sentenze si accumulano negli archivi del tribunale. E a rimetterci sono spesso loro: ex mogli, mamme a tempo pieno che hanno lasciato il lavoro per accudire ai figli . «Dichiarano redditi corrispondenti a zero i nostri ex. Una vergogna. Garantiscono nell’aula del tribunale di pagare assegni mensili, necessari al sostentamento di figli che sono anche loro. E poi alla scadenza siamo costrette a lottare per avere gli alimenti».

La legge non ci tutela e poi serve la sensibilità di chi la applica affinché i buoni propositi si traducano in azioni concrete. Le leggi  salvaguardano la famiglia solo sulla carta». Nella Casa di Cristallo  è stata simbolicamente sottoscritta una intesa con proposte concrete che  vuole rivolgersi al mondo della politica ma anche alla piazza, alla gente comune «che non conosce le nostre difficoltà quotidiane». Loro chiedono concretezza dalle istituzioni. La Bonaviri sta pensando ad un convegno pubblico con personaggi femminili di rilievo che si facciano portavoce dei problemi e garantiscano risposte: avvocatesse, politiche, ministre e chiunque abbia voglia di schierarsi a fianco di queste mamme. «Trovare lavoro per chi si avvicina ai 50 anni – affermano le separate – non è impresa facile anzi  un’arma a doppio taglio; talvolta dietro alla rabbia, poi, c’è anche la violenza subita da parte di uomini che agisco in casa con abusi su donne e bimbi».

Le proposte emerse: chiedere assistenza sociale e psicologica alle donne separate o divorziate o in attesa di separazione e divorzio o abbandonate; agire nei termini consentiti affinché siano cambiate le procedure giuridiche con cui sono assegnati gli alimenti così da renderle più snelle e concrete, di intervenire per eliminare eventuali inadempienze dagli obblighi stabiliti dalla legge anche in presenza di evasioni od elusioni fiscali; avvicinare la normativa del diritto di famiglia e corresponsione degli alimenti del nostro paese a quella degli altri paesi dell’UE, più favorevole alle donne; favorire l’inserimento delle donne divorziate e separate nel mercato del lavoro; di sostenere e garantire il diritto all’educazione e all’istruzione dei figli minori delle donne separate e divorziate; promuovere, nei termini consentiti dalla legge, lo snellimento delle procedure giudiziarie in tempi brevi al fine di tutelare gli interessi primari dei minori e di evitare ulteriori aggravi economici alle donne che si separano; far riconoscere, in termini economici, all’atto della separazione, il lavoro che la donna ha svolto negli anni di matrimonio in qualità di collaboratrice domestica ed educatrice dei figli considerato l’impegno assunto in questo senso nella maggior parte dei casi da parte delle donne e la normativa vigente relativa alla parità dei diritti e dei doveri di uomini e donne.

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