Covid19: una lunga battaglia di resistenza da affrontare uniti -Parte seconda Per fermare la povertà
Ci riprenderemo da questo particolare periodo di inattività, ma come?
E’ la domanda che ci si pone in queste ore augurandosi che l’andamento della pandemia continui seriamente a migliorare.
La prima preoccupazione è per il reddito che stiamo perdendo e che continueremo a perdere finché non riprenderanno le attività economiche a pieno regime. Servirà tempo ed allora le decisioni che ieri il governo ha assunto per il sostegno alle stesse attività produttive, dopo quelle dedicate al reddito dei cittadini, appaiono fondamentali.
Il governo ha anticipato decisioni a favore delle imprese certo che la crisi le stia mettendo seriamente a repentaglio. La ripresa dell’attività dovrà essere graduale; non tutto rimarrà come prima poiché potrebbe esserci un aumento del numero dei disoccupati e di quanti non avranno più un reddito sufficiente per sopravvivere. In altri termini c’é un serio rischio di un allargamento delle fasce di nuova povertà. A questi cittadini il governo ha deciso di attribuire un sussidio di 800 euro, denominato reddito di cittadinanza d’emergenza, che comprendere quanti oggi sono esclusi dal reddito di cittadinanza e dalla cassa integrazione.
Ora sarà urgente mettere da subito i soldi in mano alle famiglie assicurando alle stesse un tempo il più lungo possibile, almeno fino a quando non ci sia una seria ripresa economica. A chi usufruirà della cassa integrazione, ordinaria, straordinaria o per l’interruzione delle proprie attività a causa della pandemia sono stati promessi nove mesi di copertura: dovremmo dare la stessa sicurezza anche a coloro che non hanno, ora, altre possibilità.
L’imprenditoria, invece, ha bisogno di un periodo di sostegno più lungo per il blocco che sta sostenendo; a questa esigenza il governo ha deciso di rispondere dando alle banche una garanzia fino al 90% dei crediti che necessitano agli imprenditori (nel caso della piccola impresa la garanzia potrà essere ampliata al 100%) e con la sospensione di tasse e tributi. Un’attenzione maggiore che nel passato.
Queste scelte urgenti sono sembrate ancora più importanti perché assunte senza che l’Unione Europea abbia ancora deciso come sostenere i paesi colpiti: un azzardo necessario che ci piace.
Purtroppo però c’è un punto debole dimostrato dalla poca capacità organizzativa dell’Inps e degli stessi comuni e dalla farraginosità delle norme burocratiche che deve applicare la pubblica amministrazione. Per questo motivo siamo sintonici alla richiesta delle piccole imprese di semplificare l’applicazione degli adempimenti per il finanziamento dell’attività e di assegnare alle banche la possibilità di anticipare le somme stanziate in modo da ridurre i tempi di erogazione.
Una particolare attenzione va ai servizi sociali dei comuni e alle organizzazioni del Terzo settore che sono le antenne di quanti rimangono senza reddito o addirittura con una peggiorata condizione di indigenza. La rilevazione dell’eventuale insufficienza dei finanziamenti previsti dovrà trovare nell’immediato la giusta attenzione da parte delle giunte comunali che ci auguriamo non si sottrarranno essendo consapevoli e partecipi della loro missione per far si che nessuna e nessuno rimanga indietro e solo.
Diversamente la pandemia avrà svelato ai cittadini quanto fosse grande l’inganno di alcuni di questi che si spacciavano come rappresentanti del popolo mentre, invece, erano solo dei falsari.
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