La sanità aggredita

Il 2020 si è aperto con tre aggressioni avvenute a danno di medici e di personale sanitario e sono migliaia, ogni anno, gli operatori sanitari che vengono aggrediti verbalmente o fisicamente dai pazienti e dai loro familiari.

Secondo l’Omceo sono 1200 aggressioni segnalate nel 2019, tre episodi di violenza al giorno. Il sindacato Anaao – Assomed parla di un fenomeno che colpisce il 66% dei medici, 7 su 10. Le aree più a rischio sono il pronto soccorso e la psichiatria, soprattutto nel Mezzogiorno. Il fenomeno è esteso a tutti i tipi di lavoro sanitario in un clima sempre più di intolleranza che necessita di attenzione e di concrete proposte operative a favore del rapporto paziente – operatore e dell’integrazione socio sanitaria. I presidi ospedalieri italiani sono sempre più super affollati, pieni di richieste di prestazioni inadeguate, il personale sempre più sotto dimensionato e carente a causa della responsabilità ed incapacità di normatori e politici senza visione mentre il territorio trova sempre meno risposte ad un percorso di sanità innovativa presente invece nelle nazioni più avanzate.

Nasce un Osservatorio nazionale sulla sicurezza di tutto il personale della Sanità che ci auguriamo non sia l’ennesimo sacco vuoto e viene attualizzata una integrazione dell’art. 61 del codice penale che “disciplina le circostanze aggravanti nei confronti di chi commette reati con violenza o minacce in danno degli operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni”, questo per contrastare il fenomeno che sta assumendo dimensioni rilevanti tale da potersi considerare come vero caso di violenza sul lavoro.

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