L’Accordo di Programma per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del SIN Bacino del Fiume Sacco. Qualche considerazione.
Comitato tecnico scientifico Rete La Fenice con Bonaviri
Emergono, dalla attenta lettura tecnica del documento citato, alcune incongruenze che non vorremmo fossero ulteriore motivazione per tirare il can per l’aia.
Andiamo con ordine: come si concilia “la minimizzazione della rimozione e lo smaltimento dei suoli contaminati” con la proposta fatta dalla Regione Lazio in data 10-12-19 riguardo la bonifica del sito Arpa 2 di Colleferro con la creazione della cosiddetta “vasca di confinamento” che dovrà contenere i materiali inquinanti e contaminati? C’è, infatti, anche una contraddizione interna nel su citato documento -vedi pagine 26 e 27- che riguarda la minimizzazione, l’asportazione e rimozione dei rifiuti interrati che appare non sintonica.
Nella pagina 28, poi, a proposito del RUA ( responsabile unico attuazione dell’accordo) emerge ancora una ulteriore indefinizione: chi dovrebbe attuare il programma potrebbe non portare “ alla identificazione della sorgente della contaminazione del soggetto inquinatore” con l’aggravante di non attivare nessuna azione preventiva rispetto agli inquinamenti prossimi e futuri. Allora, a cosa servirebbero le rimozioni, gli smaltimenti e le azioni previste da eseguire?
Questo accordo di programma appare contradditorio ed assai incompleto con molte lacune che potrebbero intendersi come un parafulmine ai politici e a balbettanti e sottomessi amministratori, sperando tra l’altro che non sia l’ennesima contorsione mentale per illudere ed ingannare la popolazione della provincia frusinate e romana.
Nei prossimi articoli scientifici che troverete a vostra disposizione sui nostri social e dai quali ci auguriamo possa nascere spontaneo un dibattito dal basso ed un programma di contrasto molte saranno le considerazioni che affronteremo, sempre rispetto alle incoerenze di questo accordo regionale . L’anno 2020 con i due appuntamenti cruciali in Cina e nel Regno Unito è quello giusto per dare un taglio alle cattive prassi del passato.
Anche per questo, torniamo a dire che, la nostra proposta di progetto pilota R.E.M, che serve a monitorare preventivamente il nostro territorio per scoprire gli agenti inquinanti in atto e per allertare in tempo utile la popolazione a rischio, individuando chi provoca l’inquinamento meglio dire la sorgente inquinante, nasce proprio dal bisogno di fare chiarezza scientifica su quanto e come ancora c’è urgenza di fare. Una rotta obbliga, per chi come noi si sente parte integrante della natura.
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