I Bunker della salute. Covid-19 : è possibile adottare un modello matematico per il rilancio delle periferie e dei territori extraurbani.
Coordinamento tecnico-scientifico Rete la Fenice con Bonaviri
Le modalità di diffusione e la velocità di trasmissione da uomo ad uomo del coronavirus può essere collegabile alla legge di diffusione molecolare di Fick, una legge fisica questa, che basa le sue regole su tre concetti fondamentali. Anche nel caso della diffusione di un virus potrebbe essere adottata nella sua immutata sequenza come regola scientifica da utilizzare nel quotidiano. Tre sono i concetti fondamentali di questa legge da tenere presenti: la concentrazione, la diffusività, la direzione. Se questi tre concetti fossero trasposti anologicamente all’uomo potrebbero essere utili nell’immediato a migliorare la conoscenza della diffusione del Covid-19 e a tarare un sistema di vita e di stili nuovi che garantirebbero tutte e tutti nel pieno rispetto delle misure di contenimento già giustamente imposte dal Governo e del diritto di cittadinanza.
Si potrebbe attuare un nuovo approccio sperimentale che favorirebbe un maggiore controllo della velocità di propagazione del virus rispetto agli spostamenti delle persone, alle direzioni-traiettorie geografiche ed agli stessi flussi ovvero al numero di persone che in una unità di tempo si sposta nella stessa direzione potendo di conseguenza costruire un grafico con i reali contatti avvenuti e i vari movimenti. Facciamo un esempio pratico. Se si considera con un semplice calcolo algebrico il flusso delle persone che in questo istante va da Nord al Sud del Paese, in base anche al numero delle stesse persone che si muovono in quella stessa direzione, più questo flusso risulterà elevato più ovviamente aumenterà la diffusività del coronavirus ed il suo contagio. Quindi con la semplice misurazione dei tre suddetti parametri si può definire un modello matematico da utilizzare come semplice algoritmo per ridurre il flusso e l’ingresso di persone verso grandi aree urbane già troppo affollate e sovrappopolate, riducendo il rischio di contaminazione.
Si darebbe vita ad un piano di contrasto Italia per gestire e monitorarne il flusso con protocolli di regolamentazione, una vera strategia della rivoluzione, rivitalizzando quelle zone extraurbane che erano state abbandonate, quasi disabitate ma che ad oggi rimangono protette e sicure proprio perché con una densità abitativa bassa. Anche la nostra Provincia frusinate ne gioverebbe. Veri e propri “bunker della salute” che potremmo ri-attrezzare a costi irrisori contro il dramma del contagio.
Semplicemente si ritornerebbe a ridare valore alle periferie, ai piccoli paesini e comuni dell’hinterland dell’intera Nazione dove tra programmi di smartworking e telelavoro -da organizzare subito – si rilancerebbe l’economia depressa nelle zone interne del Paese dando ossigeno alle piccolissime imprese. Passare ad uno stile di vita che apporti migliore qualità e rigenerazione dei luoghi ci consente di non rischiare più in catastrofi umane, biologiche, ecologiche.
Riusciremo a cambiare i vecchi modelli di riferimento che non hanno funzionato con una modalità che guarda al futuro ma è al tempo stesso antica, dove riferimenti culturali, innovazione e tradizioni siano la cura ai mali odierni?
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