Coronavirus: il mondo scientifico si confronta e vince

Il 31 dicembre 2019 è stato segnalato dalle autorità cinesi un focolaio di polmonite di cause sconosciute nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. Le autorità cinesi hanno subito istituito una task-force che, grazie alle attuali tecnologie molecolari, il 9 gennaio 2020 ha riferito che l’agente eziologico di questa polmonite era un nuovo ceppo di coronavirus, denominato 2019-nCoV, non precedentemente identificato nell’uomo e che si trasmetteva presumibilmente per via respiratoria. L’OMS ha dichiarato il focolaio internazionale da nuovo coronavirus 2019-nCoV una vera emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale.
Il coronavirus è una malattia respiratoria acuta che in Europa, al 1 febbraio vedeva confermati 20 casi: 6 in Francia, 7 in Germania, 1 in Finlandia, 1 in Spagna, 1 Svezia, 2 in UK e 2 in Italia.
Il 31 gennaio il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria per 6 mesi per l’epidemia da nuovo coronavirus con il conseguente stanziamento di 5 milioni di euro per affrontare l’emergenza. L’OMS, in collaborazione con il World Economic Forum intanto, metteva in piedi una collaborazione tra i settori pubblico e privato istituendo il Pandemic Supply Chain etwork (PSCN), una rete che sta cercando di fornire una piattaforma per la condivisione dei dati, oltre ad un coordinamento operativo e dei rapporti tra gli stessi paesi. L’OMS ha inoltre messo a punto una guida per la sorveglianza globale per la infezione umana del nuovo coronavirus.
Sono stati confermati dall’OMS 14.380 casi in laboratorio, per un totale di 15 paesi coinvolti in tutto il mondo ed in queste ultime 24 ore il numero dei decessi è salito a 304. Non sono disponibili i dati sufficienti relativi al follow up dei casi. Con estrema cautela, gli scienziati hanno confermato in queste settimane che i livelli di letalità sono attualmente inferiori a quelli della SARS e superiori a quelli dell’influenza anche per la mancanza di un vaccino in grado di proteggere le persone più fragili. I sintomi più comuni dell’infezione nell’uomo includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale. La maggior parte dei casi attualmente confermati sembra avere un andamento di malattia lieve mentre circa il 20% sembra progredire verso una patologia più grave.
Presso l’Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma sono stati messi a punto i criteri di contatti a rischio, che sono: l’esposizione associata all’assistenza sanitaria; la permanenza con pazienti affetti da COV; i viaggi con pazienti infetti; la coabitazione con gli stessi ed è stato attivato il numero verde del Ministero della Salute 1500 che risponde in italiano, in inglese e in cinese, che ha un ruolo informativo ma anche di valutazione dei casi e quindi di indirizzamento verso canali sanitari.
L’OMS e l’ECDC pubblicano tempestivamente ogni nuovo aggiornamento sui loro portali web. Questi aggiornamenti sono riportati anche sul sito del Ministero della salute e dell’Istituto superiore di sanità (ISS).
È di qualche ora fa, inoltre, la notizia che allo Spallanzani di Roma è stata isolata la sequenza del coronavirus.
Ci congratuliamo con le colleghe della comunità scientifica che hanno così avviato una nuova fase di accelerazione sulla ricerca per il contrasto della patologia e per la sua profilassi. Poterla studiare, capire e verificare significa poterne bloccare la diffusione anche con terapie mirate.
In queste ore è apparso evidente come l’umiltà e la serietà del mondo scientifico stia avendo un ruolo di primo piano, premiante nella società mentre l’arroganza di una politica presidenzialista, ignorante e scialba, aggressiva ed indeterminata fatta da soli proclami e comunicati stampa anche in situazioni così delicate rischia di continuare a danneggiare quanto ancora rimane di indenne nelle buone prassi e delle tanto nostre amate Istituzioni.
Ai rappresentanti politici chiediamo rispetto per il progresso scientifico e pause di riflessione al momento giusto. Il loro silenzio, quando opportuno, potrebbe diventare la migliore ricompensa non andando a compromettere l’avanzamento della ricerca medica con il conseguente miglioramento della qualità di vita delle comunità locali.

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