I compromessi e lo sballo
Avanzano le ore che ci separano dalla pandemia, ancora non del tutto scongiurata, mentre l’attivazione del Mes – diventata la nuova frontiera nella discussione politica spaccata su più fronti (si ipotizzano maggioranze alternative pur di accedere ai 37 miliardi ad interessi quasi zero da investire per le spese legate necessariamente all’emergenza Covid-19)- appare come la panacea per le questioni sanitarie tutte ancora aperte e difficilmente unificabili sul fronte regionale federalistico.
O dentro o fuori il governo che avrà o no la tenuta auspicata?
Il Mes nasce come fondo salva Stati per quei paesi che si fossero trovati fuori dal mercato obbligazionario con un conseguente controllo sui beneficiari e sulle condizioni politiche necessario ad assicurarsi che il prestito sia sempre onorato. Forse anche per questo non ha trovato molte adesioni da parte dell’Eurozona mediterranea.
L’Italia, d’altronde, in questo momento non appare essere in condizioni di emergenza sanitaria e poi a metà luglio ci sarà un vertice europeo importante dove il bel paese non intende arrivare con una immagine di stato debole.
La cosa che meraviglia di più, però, è che ancora non si parla di cosa eventualmente poter realizzare con questo ricavato. La sanità ha dato prova di esserci, dove meglio dove meno, in questi difficilissimi mesi nonostante i tagli avvenuti negli anni passati e il numero di operatori sempre più eseguo che ha condizionato la sua gestione nel pubblico.
Le diseguaglianze apparse quanto mai evidenti nell’offerta quali-quantitativa dei servizi in questo periodo di crisi si ripercuotono sulla qualità di vita dei cittadini e di intere comunità. E allora, la domanda nasce spontanea: si vuole investire su un sistema centralizzato o sulla discrezionalità delle singole regioni? L’una o l’altra scelta potrebbero determinare o meno le caratteristiche e l’eccellenza del nostro modo di continuare a proporre e produrre salute pubblica.
Quali sono gli obiettivi che ci si vuole prefigurare? Quali i programmi e i tempi? Con quali partner?
Bisogna avere le idee chiare e la certezza di verifiche costanti da parte del governo centrale sui territori che con questi chiari di luna potrebbero, invece, diventare il vero vulnus.
I compromessi e lo sballo della politica italiana, dunque, rischiano davvero di essere la vera ferita da risanare per evitare oggi più di ieri il tracollo e per proteggere quanto ancora di pulsante, equo e paritario esiste nel mondo degli umani.
0 Commenti