La futura fermata della Tav ciociara: finalmente una notizia positiva in un presente intessuto di emergenza e aumento della povertà
Non si può negare che sia una bella notizia, tanto attesa, l’inizio della progettazione della stazione di Ferentino per creare una fermata dell’Alta Velocità verso Roma e Napoli. C’è solo il rammarico di dover aspettare forse ancora un paio d’anni, si spera meno, per potere usufruire di un’infrastruttura così tanto rilevante ed innovativa. L’impegno di Ferrovie nel nord della provincia frusinate valorizzerà il nostro territorio favorendo un più adeguato assetto urbanistico e di rigenerazione a partire proprio dalla città di Ferentino e quindi della stazione ferroviaria dello stesso capoluogo.
Le dichiarazioni polemiche che leggiamo in queste ore sottovalutano la rilevanza dell’investimento (7 miliardi) e gli effetti positivi che questo produrrà aumentando il reddito e l’occupazione dell’entroterra. Va puntualizzato, poi, che con la capitalizzazione delle FS italiane si raggiunge uno degli obiettivi della lunga battaglia visionaria e di concrete progettualità che noi dell’Area Vasta Smart sosteniamo da tempo lontano: rafforzare le infrastrutture, materiali ed immateriali, per incentivare l’insediamento di nuove attività e la crescita reale di quelle già presenti, fermando il declino di una periferia che come questa da anni è segnata da visibili ferite per il sottosviluppo e le carenze logistiche inflitte. Ne sono indice chiaro la deindustrializzazione, la crescente emigrazione dei giovani, la diffusione dell’economia sommersa che può considerarsi una perversa forma di “assistenza” al sociale come la stessa internazionalizzazione che non decolla.
Fenomeni di depauperamento e povertà che sono diventati ancora più gravi con la pandemia in atto. Per quanto si possa dire che il coronavirus abbia colpito in modo limitato la nostra popolazione esso ha comunque prodotto conseguenze economiche e ne produrrà di ulteriori: sarebbe allora un errore soffermarsi solo sul successo dell’alta velocità poiché il presente si presenta inquietante.
E’ necessario, per questi motivi, che la classe politica locale incida sulla Regione ed sul Governo affinché si rendano di rapida attuazione anche quei provvedimenti già assunti per il finanziamento delle piccole imprese e di quelle individuali come il sostegno alle famiglie (per gli acquisti dei beni di prima necessità, per l’affitto e le utenze domestiche, con la creazione di un reddito di emergenza per chi non aveva un lavoro stabile ed inoltre con il recesso dei versamenti, dei tributi e delle tasse che ricadono sui beni comuni).
Persone in difficoltà prima della pandemia ed ora a serio rischio povertà- come ricordato oggi da Papa Francesco e da molta buona stampa nazionale- non possono rimanere indietro, sole e abbandonate.
Non ci sembra, allora, demagogico richiamare proprio in questo momento di straordinaria emergenza ma anche di impegno serio la classe politica e gli amministratori locali a dare nell’immediato prova di vicinanza e sostegno ai più fragili perché succede sempre che, per dignità, la vera povertà è umile, silenziosa, priva di voce.
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