Covid-19. Fase due: ricostruire la fiducia nelle persone per non buttarla in cagnara (parte seconda da “Terapie e vaccini”).

Sintesi Conference call Comitato tecnico scientifico Rete La Fenice con Bonaviri, neurologi, genetisti, farmaco-epidemiologi indipendenti, liberi economisti, politologi ( 18/4/2020)

La necessità della pianificazione corrisponde alla buona riuscita della fase due, che se pur ritenuta prematura per molta parte della comunità scientifica, è comunque necessaria con molta-molta prudenza per la ripresa economica. Servono linee guida nazionali omogenee con flessibilità regionale ma che sono già in ritardo, piano progettuale sui trasporti, intesa con i sindacati assai preoccupati per le incognite di direttive non trasmesse e lasciate in mano ai singoli.
La pandemia globale interviene in un momento delicato per l’economia mondiale e nella intrinseca fragilità di un sistema capitalistico che non riesce a rinnovare il suo stesso ciclo di accumulazione, con una politica nazionale debole che non ritrova unità, una produzione industriale che si prevede crollerà fino al 9,1% e con sette milioni di lavoratori a casa. In questi mesi , inoltre, si è evidenziato chiaramente il rapporto complicato tra ospedali e territorio, tra privato e pubblico della nostra sanità, tra governo centrale- regioni- macropolitica internazionale, con una innovazione che non decolla basti pensare ai semplici sistemi digitali ancora molto arretrati in Italia. Un accenno merita l’impostazione giustizialista–moralista di ricerca di colpevoli sul piano penale rispetto alle morti nelle Rsa che vuole essere conferita paradossalmente solo al personale sanitario. Una pantomima!
Tutto, infine, continua a ruotare intorno al Consiglio europeo prossimo che pare si stia avviando ad un accordo (questo potrebbe significare che non essendoci per una certa fase voti parlamentari si stabilizzerà anche il governo).
Serviranno strategie di contenimento del contagio e un indice di pericolosità dei lavoratori con medici sentinella organizzati per il monitoraggio, porte automatiche per non toccare maniglie, robot creati per l’interazione con i malati negli ospedali e che potranno essere di ausilio ai medici tramite misurazioni e domande dirette ai pazienti, ricerca di luoghi di cura riservati soli ai sintomatici e positivi fuori dal circuito di cura classico ma il punto centrale rimarrà l’atteggiamento mentale di tutte e tutti noi che viene molto sottovalutato al momento.
Entrando in queste nuove fasi come la riapertura di attività e la ripresa della vita sociale, necessiterà usare precauzioni e azioni di prevenzione alla circolazione del virus che ancora è montante e in piena vita. La sanificazione degli ambienti e degli oggetti è tra le azioni più importanti che ci aspetteranno nei prossimi mesi e di cui ancora poco si parla. Questo permetterà alla produzione farmaceutica ( che è anche molto sviluppata nel comparto industriale della regione lazio) un ricavato di più 3,9% considerata la domanda crescente di dispositivi di protezione personale, prodotti per l’igiene, per la casa e i per luoghi di lavoro. Sarà poi una grande svolta il sistema contact tracing italiano che potrà aiutare a gestire la ripresa nonostante il tema rimanga delicato, incrociando la tutela della privacy come anche lo smart working al quale molti imprenditori guardano in maniera definitiva ( almeno 5% dei dipendenti continuerà in futuro a lavorare in remoto). Oltre, ovviamente, ad attivare studi sulla popolazione degli asintomatici, di cui torneremo a parlare, uno sguardo attento andrà posto ad alcune ipotesi su presidi terapeutici preventivi che al momento sono ancora al vaglio di sperimentazioni e validazione.
Parliamo delle radiazione ultraviolette che come si sa già dall’800 agiscono sugli agenti patogeni quali virus e batteri tanto che oggi le migliori sterilizzazioni di un ambiente pubblico infetto si praticano proprio con lampade che generano radiazione UV. Un’adeguata esposizione alla luce solare unita ad un regime alimentare fatto di cibi ricchi di vitamina D potrebbero inoltre svolgere un ruolo preventivo. Ricordiamo poi l’azione dell’ ozono che corrisponde allo stato allatropico dell’ossigeno tanti che le azioni esplicate dall’ossigeno vengono dallo stesso ozono potenziate. Infatti essendo un potente ossidante agisce sulle cariche batteriche e virali depotenziandole. L’ozono può considerarsi un virus statico utilizzato già nelle crisi respiratorie delle virosi sinciziali. Dagli studi epidemiologici pregressi emerge inoltre che l’uso dell’ozonoterapia nel campo antivirale per la capacità stessa dell’ozono di modulare in dose e tempo dipendente, agisce sulla sintesi delle immunoglobuline stesse nella fase acuta di queste stesse patologie . Infine, ricordiamo l’ipotesi -che alcuni premi Nobel della scienza stanno validando proprio in queste ore- che le mutazioni del virus corona potrebbero agire naturalmente al depotenziamento della stessa virulentazione tendendo alla sua stessa autodistruzione.
Di questo parleremo nei prossimi articoli precisando che senza salute e sicurezza non potrà esserci ripartenza alcuna se non quella della ripresa dei contagi.

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