Covid-19: doveva essere lo scudo, un emendamento approvato ieri al Decreto Cura Italia, una protezione per chi gestiva l’emergenza oppure cosa?
Ieri il Governo ha approvato un emendamento al decreto Cura Italia con il quale si introduce uno scudo penale che apparentemente avrebbe dovuto tutelare i medici e i sanitari impegnati nella lotta all’emergenza Sars-Cov 2 dove, invece, si legge che tutela «le condotte gestionali o amministrative» dei vertici precisando che non sono attribuibili a costoro le conseguenze e le criticità dovuti alla «proporzione tra risorse umane e materiali disponibili».
Dunque, a finire in tribunale saranno i medici ed il personale? Rispetto alla protezione, il testo presentato precisa ulteriormente che ciò riguarda le «condotte professionali» ma anche appunto «le condotte gestionali o amministrative purché non sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che le ha poste in essere o che vi ha dato esecuzione».
L’emendamento stabilisce la non punibilità in sede penale di «condotte sanitarie non caratterizzate da colpa grave consistente nella macroscopica e ingiustificata violazione dei principi basilari che regolano la professione sanitaria» e non dei protocolli e programmi emergenziali non predisposti nei giusti tempi per fronteggiare la situazione in essere?
Sappiamo bene che le carenze politico-amministrative nel dare risposte a quanto accadeva sono state tantissime e purtroppo le risposte tardive con una serie di errori, senza l’attuazione immediata di linee guida (ne abbiamo largamente parlato in tutte le nostre precedenti pubblicazioni) con difetti strutturali che sono ricaduti sul fronte sanitario come quello dei pronto soccorsi degli ospedali che, sempre per pregresse carenze di mala gestione politica decennale, non erano attrezzati a far fronte ad una pandemia di così grave portata (pensiamo alla catena dei contagi che si è innescata a causa dei ricoveri avvenuti random anche contro le iniziali indicazioni della comunità scientifica, ai pochissimi posti letto a disposizione nelle sub intensive e nelle rianimazioni, alla mancanza di dispositivi di protezione personale a partire dalle semplici mascherine e a quelli terapeutici).
A chi deputare le responsabilità? Sono anche nate diverse iniziative legali per denunciare l’inefficienza di burocrati e governo, in queste ore. Dunque avere inserito in questa norma la tutela per i dirigenti, per gli amministratori, per i responsabili gestionali della attuale crisi (essendo in essere per i medici già una se pur tenuissima tutela nel codice penale vigente) diviene la sola vera novità?
Non vorremmo pensare che il medico rimarrà al dunque l’unico ad essere considerato responsabile del delitto di epidemia colposa pur se costretto a operare in assenza di adeguati presidi ed in condizioni di estrema precarietà e che la tutela penale venga, invece, introdotta solo per garantire direzioni politiche e conduzioni strategiche dell’emergenza coronavirus. Se così fosse sarebbe un vero fallimento per chi governa.
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