Verso il nuovo Pd: una prima traccia

Presentato all’Assemblea provinciale Pd Frosinone in condivisione con i militanti della Rete la Fenice con Bonaviri

Dopo i risultati delle scorse regionali e la richiesta da parte del nostro Segretario nazionale dell’apertura di una fase due, nel partito sarà più facile procedere anche a livello locale. Sosteniamo che non si può rimanere complici del silenzio ma tanto meno di un alto conflitto di scontro se ad animare il confronto in questi momenti congressuali rimane prioritaria la costruzione di una agenda del buon governo del territorio ed una seria svolta con inedite proposte programmatiche ma anche di nuova classe dirigente oltre l’ovvio.
Trovare un punto di equilibrio, questo il messaggio da dare per non rischiare di certificare che il bipolarismo attuale si traduca in una appiattita battaglia tra populisti e sovranisti, senza cadere nel ribellismo e senza confondere mezzi e finalità.
La valenza unitaria del partito ben si presterebbe al vento di rigenerazione affermando che il Pd c’è ed è sintonico, nelle risoluzioni da prendere, con le questioni che più stanno affliggendo il nostro tempo quali la transizione sociale, l’ambiente e l’ecologia, il salario minimo, le politiche attive del lavoro, la disparità salariale tra donne e maschi, la sicurezza declinando metodo e rigore assieme all’idea di merito. I dati Istat di dicembre 2019 parlano chiaro sul record di precari ed inattivi confermando le cifre arrivate dal FMI sulla stagnazione economica del Paese .
Sarà importante, allora, recuperare da subito la rappresentanza guardando alla qualità delle persone, con un processo di democrazia partecipativa dal basso dove la certezza dell’incontro rimanga il luogo privilegiato della modernizzazione e della evoluzione politica e dove lo “Stato comunità” finalmente potrà intervenire in una logica di cittadinanza attiva trovando soluzioni alle disattese aspettative di questi anni bui.
Non possiamo permetterci più di disperdere le esperienze di partecipazione che per troppo tempo sono rimaste ignorate, escluse ed evitate da chi pensava di rappresentarci. Ne è un esempio lineare la mia stessa candidatura alle Primarie nazionali ultime che mi ha portato ad essere eletta come delegata nazionale attraverso lo sforzo di persone comuni solo col credo, la determinazione ed il coraggio della nostra gente, fuori dalle logiche correntizie a cui eravamo avvezzi.
Aprire, dunque, questa fase congressuale ad una visione di serena innovazione dove genere e generazioni siamo il baricentro del cambiamento senza nascondimenti o slogan inutili, è l’auspicio migliore che ci si possa augurare.

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