L’Area Vasta Smart, le nanopatologie, la Valle del Sacco
L’Area Vasta Smart, quale modello di sostenibilità partecipata e di innovazione sociale definisce progettualità e partnership necessari ad accogliere la domanda degli entroterra intercettando investitori, imprenditori, mondo delle associazioni, macroaree, istituzioni. La sua replicabilità ci rende atto che l’azione di virulentazione e contaminazione, oggi, è necessaria ad un cambio di passo per accelerare l’evoluzione del sistema amministrativo e politico che viviamo.
Come sappiamo bene la Valle del Sacco è considerato il terzo sito più inquinato d’Italia e non basta parlarne ne attivare tavoli programmatici se l’azione preventiva non viene poi governata nell’immediato ed oltre i confini della sin troppo ovvia conversazione o convenzione tra enti. L’inquinamento, dovuto a moltissime cause e che coinvolge molti comuni -quasi tutti- della nostra provincia ha fatto molti danni alla salute delle comunità locali, danni che ricadono direttamente sul singolo cittadino lasciato solo a gestirne le conseguenze.
Parlare di nanopatologie (malattie del sistema neurologico con ricadute psichiatriche) e di epigenetica (branca di studi che si occupa dei cambiamenti del fenotipo) è un dovere scientifico per chi si occupa di medicina come dovrebbe essere altrettanto quello di informare formando per chi fa politica ed amministra.
E’ risaputo che per ridurre l’onere complessivo delle malattie collegate all’inquinamento ci si basa su studi rivolti ai fattori di rischio comprese le esposizioni nella vita fetale e che è assai importante considerare questo aspetto rispetto agli stessi inquinanti sia nella quotidianeità come nei comportamenti umani, con particolare riferimento ai dati di esposizioni a livello individuale; ciò al fine di stimare la componente ambientale sconosciuta delle malattie non trasmissibili, il contesto sociale e la questione di genere che risulta essere fortemente collegate a quanto su descritto.
Ci chiediamo se la ASL di Frosinone si sia attrezzata adeguatamente in tal senso assieme alle Università attigue con i loro dipartimenti di sociologia e di genetica considerando che le malattie neurodegenerative, soprattutto in questi ultimi anni, sono esponenzialmente aumentate nelle zone attigue alla stessa Valle inquisita. Tutto ciò è indirizzato al cambiamento dello stile di vita, fondamentale per il miglioramento della qualità di vita su cui costruire le prossime azioni preventive e le politiche attive, solide ed efficaci in termini di costi sociali futuri. Ci chiediamo se è stata già attivata una connessione tra realtà pubbliche interessate che metta in atto un progetto etico sull’ ambiente quali Regione Lazio, Dipartimenti ministeriali a partire da quello climatico, della salute, economico, le Fondazioni etiche, i filantropi, le associazioni di settore. Ed ancora ci torniamo a chiedere se sarà possibile l’utilizzo di seri approcci innovativi all’identificazione sistemica e diagnostica dei fattori di rischio ambientale per definire interventi secondari preventivi individuali, di gruppo o di popolazioni e per agire finalmente e davvero su un modello nuovo di assistenza sanitaria mettendo insieme oltre agli studiosi di epidemiologia e ai tecnici anche le amministrazioni comunali della provincia frusinate distribuite sui 4 distretti e più interessate al problema. Questo al fine di valutarne la ricaduta in termini non solo più cartacei e numerici ma di benessere.
A tal proposito sarà urgente attivare una bio-banca di esposizione, unica almeno per tutto il centro sud, che possa consentire di gestire l’integrazione dei dati riguardanti i fattori comportamentali, socio economici e le cartelle cliniche che si produrranno con la creazione di un host quale unica infrastruttura condivisa attraverso le analisi statistiche avanzate che sono quelle che garantiranno l’accesso aperto agli elementi generati . Complessivamente ciò consentirebbe nell’arco del prossimo triennio la connessione controllata con il mondo della industria, delle aziende farmaceutiche e dei consorzi nelle aree dove verrà previsto lo sviluppo di sensori, delle misurazioni ingegneristiche cliniche impattanti sulla salute con una conseguente modellizzazione socioeconomica, del mondo della microeconomia nonchè la nascita di startup tecnologiche di ultima generazione e bioinformatiche.
Si darebbe nell’immediato vita alla creazione di una cassetta degli attrezzi per generare informazione e dati da offrire ai decisori politici e ai responsabili amministrativi. Si verrebbero così a generare priorità trasversali che non consentirebbero più al politico di continuare a governare senza merito e consensi reali costringendolo intanto ad avere un atteggiamento benevolo alla vita democratica partecipativa dal basso delle sue comunità.
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